Intervista

 

 

 

 

 

 

CARLO  BALZARETTI NEW HOMEPAGE:

 

 

http://www.carlobalzaretti.com

 

 

Carlo Balzaretti, musicista
 

Prossimi concerti 2011 News    

 
Conservatorio “Luca Marenzio” di Brescia
 
 
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Le Sonate di Mozart trascritte per due pianoforti da E. Grieg
 
   
   
   
   

  
   
   
   
   
 
Wigmore Hall, aprile 2006 
 
    
   
   
   
   
   

  
   
   
   
   
   
       
 
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 Duo Balzaretti-Carnelli, quattro mani-due pianoforti

 


E-mail: carlo.balzaretti@fastwebnet.it

 


 

 

 

C. Balzaretti Photo Gallery 
Foto del 18 febbraio 2006: Balzaretti, Intra Franco “Piani Diversi” Bergamo (foto di  Roberto Cifarelli)
Foto “Cutting Contest”-Camera del Lavoro-aprile ’06 (foto di  Roberto Cifarelli)

 

 Cyprien Katsaris , Daniele Alberti e Carlo Balzaretti


 

 


Un omaggio alla grande musica con la premiatadittaBalzaretti-Carbotta

Rossini, Donizetti, Colla, nella prima parte, Viotti, Briccialdi e Lovreglio, nella seconda: questo il repertorio di indubbia suggestione di un nuovo appuntamento concertistico, nell’ambito dellePasseggiate musicali” al “Traetta”. Ad emozionare la platea di appassionati, un duo di caratura internazionale, costituito dal pianista Carlo Balzaretti e dal flautista Mario Carbotta. Entrambi, accomunati dalla profonda passione per la musica, possono vantare un curriculum di altissimo livello, costellato di riconoscimenti illustri, primi premi in occasione di concorsi nazionali ed internazionali, e numerosissime performances di successo di pubblico e critica in ogni parte del globo. Balzaretti, in particolare, denotando una personalità assolutamente poliedrica, ha iniziato l’attività concertistica in giovane età, esibendosi sui palcoscenici più importanti d’Europa, d’Asia e d’America. Ha preso parte a diversi festivals internazionali e nel 1986 è stato designato, quale unico concorrente italiano, al concorso “Eurovision Joung Musicians” di Copenhagen; come rappresentante italiano ha partecipato, inoltre, alle rassegne “Concerti per l’Europa” del 1989 e 1990, organizzate dalla CEE e trasmesse dalla Rai via satellite. Da ricordare il suo debutto al “Kennedy Center” di Washington con la Melos Simphony Orchestra, nel 1993, e quello alla Wigmore Hall di Londra, lo scorso aprile. Significativa anche la sua produzione discografica, all’interno della quale si possono segnalare il cd “Album des 6, un pianoforte tra Verlaine e Cocteau”, edito dalla DDT di Torino, “Musica da Camera di N.Rota” per la Dynamic, tre lp per la CGD, e diverse pubblicazioni musicali, edite da Ricordi, Warner Bros e Hachette.Altrettanto eclettica la formazione musicale di Mario Carbotta, che ha tenuto concerti in Europa, Medioriente, Nord Africa, Asia, Messico, Canada e Stati Uniti, esibendosi in celebri sedi concertistiche, dal Rudolfinum di Praga all’Auditorium della Radio Svizzera di Lugano, dalla SalaG.Verdi” del Conservatorio di Milano al Glenn Gould Studio di Toronto, sino al Poly Theatre di Pechino e alla Filarmonica Lituana di Vilnius. Da solista ha suonato con prestigiose orchestre da camera e sinfoniche, come l’Orchestra sinfonica della Provincia di Bari, l’Orchestra sinfonica di Sanremo, l’Orchestra sinfonica lucana, oltre a formazioni orchestrali internazionali, come l’Orchestra sinfonica di Instanbul, l’Orchestra della Radiotelevisione della Repubblica Popolare Cinese, la Cairo Symphony Orchestra. Animato dal desiderio di riscoprire e valorizzare composizioni di autori dimenticati, Carbotta vanta una ricca produzione discografica per le etichette Dynamic, Tactus, Nuova Era e Rugginenti, oltre ad aver pubblicato, avendone curato la revisione, brani di G. A. Fioroni, P. Nardini, P. Lichtenthal, A. Rolla per le case editrici Carisch, Rugginenti e Bèrben.Una formazione musicale ad ampio spettro, quindi, per entrambi gli artisti che a fine febbraio si sono esibiti nel nostroTraetta”, regalando profonde emozioni al pubblico in platea. Nel corso della serata, spaziando dall’ “Andante e Allegro per flauto e pianoforte” di Rossini alla “Fantasia brillante su un tema di Bellini per flauto e pianoforte” di Colla, dal “Primo Notturno per flauto e pianoforte” di Viotti sino a “Il Bouquet di Garibaldi op. 30. Fantasia militare per flauto con accompagnamento di pianoforte” di Lovreglio, passando per la “Sonata per flauto e pianoforte” di Donizetti e per  “La Travitata di G. Verdi. Fantasia per flauto e pianoforte” di Briccialdi, si sono alternate mirabilmente sonorità dolci e delicate ad altre più struggenti, pervase da accorata malinconia: una continua e precisa variazione tonale che ha messo ulteriormente in luce una ineccepibile sapienza d’esecuzione ed una grande sicurezza d’interpretazione.

Diletta M. Cecilia Loragno, Primopianomarzo ‘07      

 

 

 

 

Recensione di Roberto Zambonini- Provincia di Lecco (agosto '03)

 

Introbio ha fatto da cornice a un'intensa serata di note in occasione del tradizionale festival musicale «Tra lago e monti» in compagnia di Chopin. Sul palco si è esibito il duo composto da Carlo Balzaretti e Bae Sae Won.

Una piacevole e intensa serata in compagnia di Chopin, quella offerta dal duo Carlo Balzaretti (pianoforte) e Bae Sae-Won Cecilia (soprano) ad Introbio, nell'ambito del Festival «Tra lago e monti». Uno Chopin rivisitato attraverso alcuni notturni, qualche valzer, qualche mazurca, due polacche e, di raro ascolto, otto canti polacchi per soprano e pianoforte. Un intero repertorio iscrivibile all'interno della musica da intrattenimento, da salotto, e un intero repertorio pensato da un compositore/interprete e, quindi, che si muove tra dimensione didattica, intrattenimento mondano, esibizione virtuosistica... Siamo lontani dalla poetica schumanniana ma altrettanto lontani dal classicismo viennese. Chopin si presenta come un musicista isolato, contraddittorio, sganciato dalle tradizioni stilistiche e scolastiche, proiettato, invece, verso una concezione laica e borghese della musica, in parte già fuori dalla corrente romantica. E lui, definito «poeta» della musica, non solo rifugge ogni motivazione letteraria attribuita alle sue opere ma, rifugge anche ogni rimando al sentimento patriottico. In realtà i riferimenti ai caratteri nazionali della sua musica sono più riferimenti stilistici e linguistici, piuttosto che sentimentali: una scelta artistica più che poetica. Ebbene, queste brevi considerazioni sono necessarie per comprendere meglio l'interpretazione offerta dal pianista Balzaretti, che ci sembra aver colto nel segno laddove ha rivelato la poeticità di Chopin facendola scaturire dalla musica stessa di Chopin, senza rimandi ad elementi extramusicali. Ogni brano affrontato è stato ripercorso minuziosamente, soffermandosi sui particolari, ricercando sul momento le giuste sonorità da esaltare in quel momento. E, soprattutto, Balzaretti suona divertendosi nel modo giusto, cioè nello spirito «vero» della musica da salotto. Mentre suona Balzaretti anticipa i fraseggi cantando, si allontana e avvicina alla tastiera per bilanciare le sonorità, utilizza i pedali in chiave timbrica, individua i punti chiave dove indugiare e da dove riprendere nuovo slancio. Ne scaturisce uno Chopin articolato, ricco di spunti, eppure mai mieloso. Oltretutto, questo modo di sorseggiare le pagine di Chopin consente all'ascoltatore di coglierne la ricchezza degli arabeschi melodici e, soprattutto, quei nessi strutturali che recuperano la loro natura comunque classicista. I Valzer, per esempio, ma anche i Notturni, seppur lontani dalla Vienna sfolgorante e danzante, rivelano una coerenza strutturale del processo compositivo, una dialettica interna, una logica tonale e armonica, ascrivibili appunto al classicismo viennese dal quale anche Chopin non può sfuggire. Uno dei momenti più felici della serata è risultato quello dedicato alla Polacca in la maggiore op.40 conosciuta come «Militare». Una pagina solitamente interpretata in modo enfatico, che, invece, Balzaretti ha restituito senza nulla concedere alla retorica, ma esaltandone la dimensione ritmica. Ecco, allora, il suo incedere fondarsi su quella dimensione ritmica/percussiva che riporta il pianoforte alle sue origini costruttive. Genio della tastiera, Chopin dimostra meno dimestichezza con la voce. Certo, reggere il confronto con Schubert o Schumann è impresa impossibile, ma Chopin neppure ci proverà. Le sue composizioni vocali sono occasionali e il suo rapporto con la poesia, poco motivato. Eppure i Canti Polacchi op.74, hanno una loro bellezza che trovano ispirazione nella tradizione polacca. Dobbiamo dire che il soprano coreano Bae Sae-Won Cecilia, grazie ad una voce piena e rotonda sorretta da una buona tecnica e da una certa verve interpretativa, ha restituito a queste canzoni il loro essere sospese tra baldanza e liricità di origine popolare. Applausi calorosi e meritati e, per concludere, due canzoni di Granados come bis: due canti tratti da «La Maja Dolorosa», che Bae Sae-Won Cecilia ha affrontato con la giusta determinazione sorretta dal piano di Balzaretti attento a restituire preziosità quasi chitarristica agli arabeschi di Granados

 

Roberto Zambonini, Provincia di Lecco agosto '03

Descrizione: Macintosh HD:Balzaretti 2011.jpg 

 

 update: 28 GENNAIO 2011

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