La Musica come Scienza

 

Che rapporti intervengono tra la Musica e le scienze quali la Matematica e la Fisica? Come si possono avvicinare tali discipline che nel giudizio comune sono riconosciute molto differenti?

 

di Ivan Genesio

 

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- La Musica di Pitagora alla Base della Scienza Moderna -

 

Tutto ebbe inizio il giorno in cui Pitagora passò di fronte all'officina di un fabbro, e si accorse che il suono dei martelli sulle incudini era a volte consonante, e a volte dissonante. Incuriosito, entrò nell'officina, si fece mostrare i martelli, e scoprì che quelli che risuonavano in consonanza avevano un preciso rapporto di peso. Ad esempio, se uno dei martelli pesava il doppio dell'altro, essi producevano suoni distanti un'ottava. Se invece uno dei martelli pesava una volta e mezzo l'altro, essi producevano suoni distanti una quinta (l'intervallo fra il do e il sol). Tornato a casa, Pitagora fece alcuni esperimenti con nervi di bue in tensione, per vedere se qualche regola analoga valesse per i suoni generati da strumenti a corda, quali la lira. Sorprendentemente, la regola era addirittura la stessa! Ad esempio, se una delle corde aveva lunghezza doppia dell'altra, esse producevano suoni distanti un'ottava. Se invece una delle corde era lunga una volta e mezzo l'altra, esse producevano suoni distanti una quinta.

 

Tutta la teoria degli intervalli e' nata proprio dalle osservazioni pitagoriche! Ricapitolando, se la corda di lunghezza x emette un do, la stessa corda di lunghezza x/2 suona a frequenza doppia, ed emette un do all'ottava superiore. La lunghezza x/3 dà un sol; x/4 ancora un do, questa volta due ottave sopra, x/5 infine un mi (si e' composto un accordo di do maggiore! Non è un caso, naturalmente: l'accordo "suona bene" proprio perché la fisica ci insegna che quando si fa vibrare una corda, si ascolta in realtà anche tutta una serie di armonici: se poi si suona un accordo maggiore, i vari armonici entrano in risonanza, rinforzandosi tra loro).

Facendo un po' di conti, e riportando tutte le note nella stessa ottava per comodità di lettura, ecco le frequenze relative per tutte le note dal do al do all'ottava superiore, eccetto il fa# (non per niente forma con il do il diabolico tritono!).

 

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do 1

reb 16/15

re 9/8

mib 6/5

mi 5/4

fa 4/3

sol 3/2

lab 8/5

la 5/3

sib 9/5

si 15/8

do 2

 

Frequenze relative degli intervalli a partire dal do ("b" sta per bemolle)

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Come si puo' notare, si hanno numeri piccoli tranne che per gli intervalli di seconda minore e settima maggiore (rispettivamente intervallo do-sib e do-si) che del resto sono abbastanza dissonanti (provare per credere). Un po' di matematica, per verificare che i conti tornino: per arrivare dal fa al do (un intervallo di quinta) occorre proprio moltiplicare per 3/2, e se si ricalcola la quinta di un sol, si arriva ad un re all'ottava sopra di frequenza in rapporto 9/4. Scendendo di un ottava (dividendo per due) si ottiene proprio 9/8 (intervallo di seconda maggiore do-re). Sarebbe possibile dilungarsi ancora sulla discussione intervalli – frequenze relative, ma visto che l'ambizione di questo elaborato e' individuare e discutere in breve tutte le eventuali relazioni e gli svariati accostamenti tra musica e scienze matematiche e fisiche, si consiglia al lettore interessato la lettura delle pagine web [1] e [2] .

 

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In perfetto stile scientifico, dall'osservazione e dall'esperimento Pitagora dedusse quindi una teoria; la coincidenza di musica, matematica e natura.

Poiché nelle leggi dell'armonia scoperte da Pitagora intervenivamo soltanto numeri frazionari, detti anche numeri razionali, ed i rapporti armonici corrispondevano perfettamente a rapporti numerici, Pitagora enunciò la sua scoperta nella famosa massima: tutto è (numero) razionale. Essa codifica la fede nella intelligibilità matematica della natura, ed è il presupposto metafisico dell'intera impresa scientifica, di cui Pitagora è stato appunto il padre fondatore. D' altrocanto la comprensione della natura attraverso le scienze matematiche rimane un obiettivo primario per la scienza oggi.

 

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La storia della musica, come quella della fisica, ha recepito ed elaborato in maniera profonda il credo pitagorico. Già Pitagora stesso aveva scoperto che la sua teoria musicale aveva qualche difetto: infatti i rapporti numerici corrispondenti, rispettivamente, a un tono e due semitoni non coincidevano, e differivano di una quantità piccola ma percettibile all'orecchio, che fu chiamata comma pitagorico. La soluzione matematica del temperamento, che consiste nel dividere l'ottava in due semitoni uguali, fu trovata soltanto nel secolo XVIII e richiese l'assegnazione di un valore irrazionale al semitono. Infatti secondo la teoria ondulatoria applicata alla musica, se si raddoppia la frequenza, si ottiene la stessa nota (Pitagora avrebbe usato una corda lunga la meta' di quella originale), ma più alta di un'ottava. Ad esempio, il tradizionale "la" che emette un diapason ha frequenza 440 Hz, quello un'ottava sopra avrà frequenza 880, ecc... Ora, dato che le note fra un'ottava e l'altra (comprese le varie alterazioni date da diesis e bemolle) sono 12, e le loro frequenze sono in progressione geometrica (cioe' si possono ricavare tutte le note attraverso una produttoria), allora si può calcolare il valore per cui bisogna moltiplicare nel passaggio da una frequenza a quella della nota successiva.

Chiamando X tale valore, F la frequenza da cui si parte. La nota successiva ha frequenza F*X, quella dopo ancora (F*X)*X=F*X^2, e così via fino alla dodicesima, con frequenza F*X^12. Ma questa nota è la stessa iniziale un'ottava sopra, ovvero il doppio della frequenza di base, come spiegato sopra. L'equazione risultante è allora F*X^12 = 2*F, equivalente a X^12 = 2, che si risolve per X uguale alla radice dodicesima di 2 (circa 1.0595). Si e' quindi ricavata una costante attraverso la quale e' possibile determinare qualsiasi frequenza dell'onda di qualsiasi nota (per esempio sapendo che la -> 440 Hz allora Sib -> 440 * 1.0595 = 466,18).

 

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- Oltre la Musica: Musica Cosmica, Armonia Celeste -

 

I Pitagorici usavano la musica per curare il corpo e per elevare lanima; inoltre essi credevano che la musica terrena non fosse nientaltro che un flebile eco delluniversale "armonia delle sfere". Nellantica cosmologia, le sfere planetarie si elevavano dalla Terra al Cielo come una scala a pioli. Si diceva che ogni sfera corrispondesse ad una nota differente di una grandiosa scala musicale. I particolari toni emessi dai pianeti dipendevano dalle proporzioni delle loro rispettive orbite, proprio come il tono di una corda della lira dalla sua lunghezza. Un altro genere di scala celeste collegava i toni dei pianeti alle loro apparenti velocità di rotazione attorno alla Terra.

 

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Platone, Plinio, Cicerone e Tolomeo sono fra i filosofi del mondo antico che considerarono la musica delle sfere. La dottrina venne trasmessa all’Europa del MedioEvo, dove essa trovò la sua espressione più gloriosa nell’architettura delle maestose abbazie e cattedrali, deliberatamente disegnate per adattarsi alle proporzioni dellarmonia musicale e geometrica.

L’ermetico inglese Robert Fludd (1574-1637 ) immaginò grandi scale celesti che misuravano 3 ottave e livelli di esistenza collegati fra i mondi primitivi sub-planetari ai cori esultanti di intelligenze angeliche oltre le stelle.

 

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Nel 1619 Keplero, nel suo libro "Armonia del mondo", descrisse le leggi musicali che regolano il moto dei pianeti, e il risultato fu veramente sorprendente, un'incredibile fusione e sintesi di geometria, astrologia, astronomia e armonia musicale: egli dimostro' infatti che i rapporti geometrici su cui è costruito l'universo sono come un'armonia musicale. Le armonie che noi sentiamo con la musica ne sono un eco. Vi sono rapporti di note armoniche (1/2 ottava , 2/3 quinta , 3/4 quarta , 3/5 sesta, ...) concordi, mentre altri sono discordi (3/7, 1/7). La ragione, secondo Keplero è che i rapporti armonici vengono solo da poligoni regolari costruibili con solo compasso e riga (es. pentagono sì, ettagono no). I cinque corpi regolari tridimensionali (lo spazio) rappresentano la Trinità, i poligoni regolari (costruibili con compasso e riga) rappresentano il mondo terrestre (il piano). Il cerchio, intersezione della sfera con il piano, siccome appartiene ai due mondi (tridimensionale e bidimensionale) rappresenta l'uomo, corpo ed anima. Keplero trova inoltre che il rapporto tra massimo e minimo della velocità angolare dei pianeti stanno come rapporti armonici, per esempio Saturno 106/135 = 4/5 armonia di terza maggiore, per Giove, terza minore, per Marte, quinta giusta, ecc...

Le misurazioni di Keplero hanno rivelato quindi corde ed armonie polifoniche in perenne cambiamento come i pianeti si muovono tra il Perielio e l'Afelio. In più egli ha avuto il merito di aver spostato il centro di attenzione sulle armonie celesti dalla Terra al Sole: "D'ora in poi non sarà più un'armonia creata a beneficio del nostro pianeta, ma la canzone che il cosmo suona al suo signore e al suo centro, il Sole-logos". Il noto astronomo Fred Hoyle concorda con il fatto che la corrispondenza tra rapporti musicali e velocità dei pianeti come descritta da Keplero sia "spaventosamente buona". L'allievo di Keplero Francis Warrain ha avuto il merito di ampliare le ricerche del proprio maestro e scoprire che la velocità angolare di Nettuno, Urano e Plutone, che non erano stati ancora scoperti durante la vita di Keplero, corrispondevano anch'essi a delle proporzioni armoniche.

 

La musica delle sfere è quindi molto di più di una stupenda intuizione poetica: le dinamiche del sistema solare, enunciate per la prima volta dal genio matematico di Keplero, sono direttamente analoghe alle leggi dell'armonia musicale.

 

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- ... E finalmente Bach ed i suoi Canoni -

 

Non poteva mancare il sublime Johann Sebastian Bach (1685 - ?) ingegnere, geometra, matematico nelle sue composizioni, fedele al principio di Pitagora che la matematica e la musica sono materie strettamente imparentate.

 

Come già ampiamente sottolineato, i principi matematici dell’armonia musicale sono direttamente correlati alla geometria - che Goethe descrisse come "musica congelata": opere Bachiane quali le Variazioni Goldberg, l'Offerta musicale e l'Arte della fuga utilizzano in maniera sistematica trasformazioni geometriche che invertono, ribaltano e dilatano temi musicali. Le stesse trasformazioni, basilari per tutta la polifonia, sono poi state formulate esplicitamente agli inizi del secolo come regole della dodecafonia. Allora, attraverso il linguaggio della geometria (e soprattutto le isometrie del piano in se che permettono di trasformare il grafico di una funzione) e possibile descrivere e apprezzare le cosiddette simmetrie musicali. Vediamo come: la funzione si ottiene dalla melodia se si considera il tempo come variabile indipendente e l'altezza della nota come variabile dipendente. Dato un tema si possono costruire le varie voci traslandole sull'asse dei tempi, così da farle sovrapporre al tema con un certo ritardo (un esempio classico è il canone di "Fra' Martino"). Una traslazione sull'asse verticale cambia le note del tema dato e quindi la tonalità.

Invertendo il segno alla variabile dipendente o a quella indipendente, si esegue una riflessione. E infine, uno stiramento è una variazione di unità di misura sull'asse orizzontale e sull'asse verticale.

 

Sono solo queste le semplici regole geometriche che permettono di rappresentare graficamente la struttura dei canoni, cioè di quelle composizioni che, più genericamente identificate come contrappunti, si costruiscono combinando tra loro melodie più o meno autonome. Nell'"Offertamusicale" di Bach, in cui oltre a una fuga a tre voci, una a sei e un trio, sono presenti dieci canoni derivati da un unico tema assegnato al musicista dal re di Prussia Federico il Grande nel 1747. Si consiglia la visione del sito [19] per un approfondimento dei canoni di Bach, attraverso una visione multimediale della sua geniale musica.

 

Dall'osservazione che certe figurazioni grafiche si ripetevano in tutte le opere di Bach, e che il grande artista sembrava preferire certi numeri rispetto agli altri ha fatto sorgere l'idea che ci fosse un significato metaforico e cabalistico nelle sue opere.

 

Egli visse in un'epoca di forte razionalità, accanto a grandi fisici e matematici come Newton e Leibniz. Nacque alla fine di un secolo, il XVII, del tutto sconvolto dalle affermazioni di Galileo sull'universo, che avevano dato un fervore nuovo al pensiero scientifico. Ma era anche un'epoca in cui la fede e la tradizione religiosa intessevano fittamente la vita quotidiana.

La devozione di Bach verso la scienza si fuse così con quella verso la Chiesa. E si riversò nelle sue opere attraverso l'uso di un simbolismo numerico occulto, nascosto tra le righe del pentagramma. Per fare qualche esempio: il numero 1 era il simbolo della perfezione, il numero 2 rappresentava il dualismo della Creazione (terra e cielo, luce e buio, materia e pensiero), il 3 era il simbolo della trinità (la Trinità divina, ma anche passato, presente e futuro), mentre il 9 era il simbolo della rinascita, dell'espansione dei sensi.

 

Contando le battute che formano i motivi melodici soggetti a variazioni (temi), ci si accorge che sono sempre tre o potenze di tre: nelle Variazioni Goldberg, dopo un'Aria tra le più belle scritte da Bach si susseguono 30 variazioni tutte sul medesimo basso. Di queste, le numero 3, 6, 9, 12, 15, 18, 21, 24, 27, 30 sono canoni. Il numero 3 ricorre dunque con molta insistenza, questo proprio perché i riferimenti numerici avevano una importanza fondamentale a quei tempi in quanto simboli dell'unità tra l'uomo e il Creatore, tra il microcosmo umano e la tendenza verso l'infinito.

L'abilità che il grande artista dimostrava nei confronti dei giochi numerici gli servì anche per mettere la sua firma sulla musica che componeva. Ma non solo in fondo al foglio. Per esempio, il tema "Si-b, La, Do, Si" ricorre in tutta la terza parte del Klavieruebung. Ma secondo la notazione inglese, che identifica ogni nota con una lettera, lo stesso tema si scrive "B, A, C, H".

Ancora: le celebri Variazioni Goldberg celano un sofisticato simbolismo. Nell'aria iniziale vi sono tre variazioni minori, ventotto maggiori e una in chiusura. Dunque: 3, 2, 8, 1. Ma ricorrendo alla gemmatria, che identifica le lettere con la loro posizione nell'alfabeto, si ritrova C, B, H, A. Non solo: l'effetto grafico delle quattro lettere, nella scrittura di Bach, è quello di un quadrato, la forma perfetta. E non è finita. Il numero 14, cioè 3+2+8+1, si presenta con insistenza: nella Fuga in mi minore, il tema ricorre 14 volte e 14 sono le note della prima riga del corale per organo Con ciò mi presento davanti al tuo trono, mentre l'intera melodia ne conta 41. Che non solo è il rovescio di 14, ma è anche la somma di 9+18+14: J, S,Bach.

 

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Recentemente, il premio Pulitzer 1980 per la saggistica è stato assegnato a "Goedel, Escher, e Bach", best-seller di Douglas R. Hofstadter, che approfondisce appunto i rapporti i numeri del matematico Kurt Goedel, i disegni di Maurits Cornelis Escher e le note di Johann Sebastian Bach. L’approccio logico-matematico che Hofstadter propone, supportato da rigorose analisi computerizzate, non solo conferma che nella musica di Bach sono contenuti tutti gli aspetti di unanalisi rigorosissima a livello strutturale ma anche la presenza di unapplicazione dei principi logico-matematici di sviluppo la cui rigorosita ed esattezza potrebbero fare invidia alle piu recenti applicazioni dellinformatica e dell’intelligenza artificiale. Bach ha infatti utilizzato, per la costruzione delle sue opere elementi, regole, teorie e teoremi che verranno sviluppati ed enunciati solo duecento anni dopo di lui!

 

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- Dove Stiamo Andando, i Nuovi Aspetti -

 

Il pitagorismo rimane ben vivo anche nella fisica moderna, e non solo come

generica matematizzazione della natura. Anzitutto, se la fisica classica

aveva riformulato il motto pitagorico come: "tutto è (numero) reale" o

"tutto è (numero) immaginario", la fisica atomica sembra essere ritornata

alla versione originale, in cui sono proprio i numeri interi a determinare

le caratteristiche della natura a livello microscopico, attraverso la

discretizzazione di quantità che si supponevano continue, prima fra tutte

l'energia. Inoltre, nel tentativo più recente di arrivare ad una teoria

unitaria della natura, la cosiddetta teoria delle stringhe di Witten, le

costituenti ultime della materia vengono non più pensate come punti

(im)materiali, ma come pezzi di corda che vibrano in uno spazio

pluridimensionale, ed i cui modi di vibrazione (o suoni) costituiscono le

particelle elementari.

Il fisico e matematico americano Brian Greene sostiene che forse l'eleganza

più attraente che ci sia è quella matematica, quella che amava Platone:

perché in essa sta la semplicità che permette di ricondurre fenomeni

apparentemente molto diversi fra loro a un solo principio. Dentro alla

materia, dopo gli atomi e dopo i quark, al di sotto di tutte le particelle

ci sono - ci dice Greene in questo viaggio che dal microcosmo del mondo

subatomico ci porta fino al macrocosmo delle galassie e dell'intero

universo - soltanto stringhe, ovvero minuscoli anelli uni-dimensionali di

energia che vibra. Come dire, all'inizio di tutto c'è la musica. E infatti

per Greene tutto quel che c'è è paragonabile alle note che può produrre la

vibrazione delle corde di uno strumento come un violino; come facendole

vibrare in un certo modo otteniamo un do e in un altro un sol, così a un

certo schema di vibrazione delle stringhe corrisponde un elettrone, a un

altro un protone e così via, fino a ricostruire l'infinita ricchezza

dell'universo. L'universo, dunque, ancora una volta eccolo come come una

immensa sinfonia.

 

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Inoltre, ultimamente, grazie all'aiuto delle tecnologie informatiche,

scienza e musica hanno ritrovato una strada da percorrere insieme: se i

filosofi antichi immaginavano il suono di stelle e pianeti, gli artisti -

scienziati di oggi stanno realizzando e studiando armonie che provengono da

mondi piccolissimi, a volte nascosti dentro di noi. Sostanze organiche come

il DNA, le proteine e gli ormoni sono composte da elementi che somigliano

straordinariamente, da un punto di vista strutturale, ai ritmi musicali.

Grazie alla collaborazione del botanico K.W. Bridges e del biologo M.A.

Clark, e stato sviluppato un programma, il BIO 2 Midi

http://www.algoart.com/ , in grado di tradurre la struttura degli aminoacidi

in sequenze musicali (da sottolineare il fatto che, nelle opere del discusso

Bach, in seguito ad unattenta analisi, appare che per la costruzione di alcune sue opere, il grande musicista si sia avvalso dei principi di autoreferenza e autoreplicazione, propri della struttura del DNA!).

Attraverso queste composizioni musicali, che sembrano invitare al sogno e alla contemplazione, è stato possibile aggiungere qualche osservazione che potrebbe risultare feconda anche da un punto di vista scientifico. Infatti, sono state individuate affinità tra molecole proteiche che appartengono a organismi animali molto lontani da un punto di vista evolutivo. Il valore estetico di queste armonie non è dunque disgiunto da potenzialità conoscitive.

 

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Ancora nel campo informatico sono molti interessanti i nuovi algoritmi in grado di generare musica, attraverso numeri, funzioni matematiche, immagini [20], [21], [22]; per non parlare poi dei parallelismi tra caos, frattali e musica, [23] . Infine, per concludere in maniera un po’ misteriosa, è caldamente suggerita, soprattutto agli amanti dei cosiddetti fenomeni extraterrestri, la visione di un sito [17] nel quale si ipotizza addirittura un legame tra crop circles - teoremi geometrici ovviamente in relazione alle leggi armoniche della musica! Sembra quindi non esserci (per fortuna) mai fine

 

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- Pagine Web Consigliate (risultati di una ricerca ragionata) -

 

1- Pillole di Teoria Musicale (sintetico corso di musica)

http://beatles.cselt.it/~mau/musica/musica.html

 

2- Temperamenti: contraddizioni e compromessi di un sistema

http://www.anyware.it/allegroespressivo/musicaclassica/mcla1b.html

 

3- Il senso fisico

http://www.euresis.org/documenti/senso_fisico.htm

 

4- Storia della Matematica e della Musica

http://www.provincia.venezia.it/lartis/log/musica/musica.htm

 

5- Giovanni Keplero e la Musica delle sfere

http://www.armonics.net/articoli/keplero.html

 

6- J.S.Bach

http://web.tiscalinet.it/valdesiamessina/Bach.html

 

7- La Matematica e il Sublime: Bach

http://www.unitn.it/unitn/numero23/bach.html

 

8- La Matematica del pentagramma

http://www.galileonet.it/archivio/mag/000708/3_art.html

 

9- Simmetrie Sinfoniche

http://www.galileonet.it/archivio/mag/971115/3_frame.html

 

10- Leibniz e la Musica

http://lgxserver.uniba.it/lei/filmusica/fmclmod1.htm

 

11- Guido D’Arezzo

http://www.provincia.venezia.it/lartis/log/musica/guido.htm

 

12- MateMusica

http://www.ibnet.it/phoenix/matemusica-st.htm

 

13- Un bach insolito

http://space.tin.it/musica/fborsari/arretra/fondo/fondo33.html

 

14- Matematica e Musicatra tra frattali e note musicali

http://riemann.unica.it/attivita/colloquium/cadeddu/musicamatematica/

 

15- La Musica della Vita

http://www.nautilus.ashmm.com/9809it/cultura/dna.htm

 

16- Festival dell’Aurora – Crotone

http://www.krol.it/turismo/aurora97/pres-ita.htm

 

17- Crop Circles Musica Vivente

http://www.extraterrestre.it/musicavivente.htm

 

18- Math-Music discussion

http://www.math.niu.edu/~rusin/uses-math/music/

 

19- Bach Multimedia

http://jan.ucc.nau.edu/~tas3/bachindex.html

 

20- Musinum – the Music in the Numbers

http://bfws7e.informatik.uni-erlangen.de/~kinderma/musinum/musinum.html

 

21- Musical Generator

http://www.musoft-builders.com/links/amg.shtml

 

22- The Music of PI

http://musicofpi.com./

 

23- Fractals and Music

http://www.discovery.com/stories/technology/fractals/fractals.html

 

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- Bibliografia -

 

Douglas R. Hofstadter, Godel, Escher, Bach un’Eterna Ghirlanda Brillante,

ED. Adelphi, 1984 Milano;

 

Alexander Roob, Il Museo Ermetico – Alchimia Mistica, ED. Taschen, 1997

Milano;

 

A. Castelli, P. Colombo, Il Dizionario dei Misteri La Musica Mysteriosa,

allegato allo speciale Martin Mystere n°13, Bonelli Editore, Maggio 1996,

Milano.