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L'Eco, 13 marzo 2002
 
A colloquio con il Presidente della Pro Migrante Giuseppe Ribaudo
 
Terza età in Svizzera: una risorsa da valorizzare, un mondo da scoprire
Invecchiare in emigrazione. Quali sono i problemi di questa delicata fase della vita e chi sono gli interlocutori in caso di domande? A queste e altre domande tenta di dare una risposta la Pro Migrante, un'associazione di volontariato fatta da giovani uniti da un denominatore comune: essere utili agli altri.
 
La Pro Migrante, sensibile e attenta alle problematiche e ai segnali che provengono dalla società, nasce dalla volontà di favorire il benessere e l'integrazione degli anziani emigrati in Svizzera.
Abbiamo posto alcune domande al Presidente della Pro Migrante, sig. Giuseppe Ribaudo, figlio di genitori italiani, che dopo aver frequentato le scuole dell'obbligo in Svizzera, si è recato in Lombardia per acquisire la maturità scientifica e studiare Medicina e Chirurgia.
E' proprio lì, in quegli anni che ha avuto il primo contatto con il mondo degli anziani come volontario in una casa di riposo. Rientrato di nuovo a Basilea, nel 2001 ha fondato insieme ad altri soci la Pro Migrante.

Sig. Ribaudo, che cosa ha spinto un gruppo di giovani nell’istituire un’associazione che ha come scopo quello di occuparsi della terza età in emigrazione?

Le statistiche rivelano come in Svizzera nei prossimi anni assisteremo ad un forte aumento di immigrati, soprattutto italiani e spagnoli, che raggiungeranno l’età della pensione. Queste persone dovranno affrontare una serie di problematiche, legate anche alla loro condizione di immigrati. È stato questo ad indurci a fare qualcosa per loro ma soprattutto con loro, nella consapevolezza che il confronto generazionale e il rispetto reciproco tra i diversi gruppi sociali e l’impegno a tutelare le esigenze specifiche di ognuno sono una prerogativa indispensabile per una società davvero democratica, cioè aperta a tutti.

Sappiamo che tra gli emigrati italiani in età pensionabile, molti rientrano in patria, una buona parte decide di fare il “pendolare”, mentre circa un terzo preferisce rimanere in Svizzera. Secondo lei quali problemi scaturiscono per coloro che decidono di rimanere a vivere qui?

I problemi che possono insorgere sono di varia natura, com’è stato evidenziato anche da alcune indagini sociologiche. Per l’immigrato anziano esiste anzitutto il pericolo dell’isolamento, nonostante una coesione familiare ritenuta tipica della comunità italiana, anche a motivo di un insufficiente inserimento nella società del paese di accoglienza. Inoltre, i servizi messi a disposizione delle persone della Terza Età non sono utilizzati a sufficienza dagli immigrati, o perché da essi non conosciuti, o perché difficilmente accessibili per motivi linguistici o per la costante paura dell’emigrato di intrattenere rapporti “ufficiali” con organismi svizzeri. Occorre inoltre chiederci se le offerte tengano in debito conto le esigenze specifiche degli immigrati della Terza Età. Infine, l’immigrato anziano deve spesso confrontarsi con problemi finanziari e di salute derivanti dall’assenza di qualifica professionale che ha costretto molti immigrati della prima generazione a svolgere lavori fisici faticosi, logoranti e mal retribuiti.

Quali sono gli obiettivi che si prefigge la Pro Migrante, che ricordiamo è un’associazione che si basa esclusivamente sul volontariato?

La Pro Migrante vuole aiutare i connazionali ed altri immigrati anziani non solo a vivere con maggiore serenità la Terza Età, ma anche a vivere in pienezza questa fase della vita. A questo scopo sono previsti interventi concreti in diversi ambiti, compreso quello della ricerca.
Attualmente stiamo effettuando, in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche sull’Emigrazione (CSERPE) di Basilea, un’indagine conoscitiva su un campione rappresentativo per studiare le condizioni di vita, il grado d’inserimento e le esigenze specifiche della comunità italiana anziana residente a Basilea-Città. Si vuole inoltre compilare un inventario delle prestazioni fornite dalle organizzazioni svizzere ed analizzare le prestazioni offerte agli anziani dall’emigrazione organizzata.
Accanto alla ricerca è necessaria un’informazione capillare rivolta agli immigrati per far loro conoscere servizi e prestazioni a loro destinati, anche attraverso la pubblicazione di un bollettino d’informazione e di collegamento. Sono altresì previsti un servizio di consulenza e progetti di formazione.
Il nostro intervento si esplicita, quindi, in un’opera di mediazione tesa a facilitare l’accesso degli immigrati anziani al sistema di aiuti per la Terza Età e a collegare in rete le organizzazioni dell’emigrazione con istituzioni pubbliche o private svizzere.

Che tipo di consulenza e assistenza offrite?

Nei limiti del possibile aiutiamo le persone che si rivolgono a noi a trovare soluzioni concrete in caso di problemi personali, tramite la consulenza di  persone specializzate nei diversi settori. Siamo tuttavia consapevoli che ai fini di una consulenza professionale e specifica per la Terza Età in emigrazione è indispensabile un’apertura interculturale delle strutture svizzere già esistenti, finora impreparate ad offrire servizi multiculturali. Diversamente non tutte le culture e le età potranno continuare ad essere veramente accolte e rispettate nella loro specificità. E’ altresì immaginabile l’istituzione di un apposito centro di consulenza e di assistenza per anziani emigrati. A questo proposito la Pro Migrante è in dialogo con alcune importanti organizzazioni svizzere.

Negli ultimi decenni uno dei fatti emergenti della nostra società è il rischio di emarginazione sociale che incombe su molti anziani. Qui in Svizzera il problema per gli italiani è forse maggiormente sentito. La Pro Migrante ha in programma progetti di formazione?

In ambito formativo la Pro Migrante intende organizzare corsi di preparazione al pensionamento. Oltre alla trasmissione di conoscenze, essi mirano soprattutto a promuovere attività che valorizzino il vissuto ed il patrimonio culturale degli anziani e che contribuiscano a conservarne la salute fisica e psichica. Infine, si vuole formare moltiplicatori attraverso contatti ed esperienze.

Ben sappiamo che la terza età comporta anche paura e confusione per l’incertezza del futuro. Secondo lei come si possono affrontare dal punto di vista terapeutico i problemi di ansia nell'anziano? E in che modo la Pro Migrante intende affrontare questo problema?

L’ansia è una risposta ad un pericolo irreale o immaginato oppure una risposta esagerata ad un reale timore. Nell’anziano è frequente che possano esistere come elementi causali situazioni reali quali la solitudine, il timore per il proprio futuro, le malattie, la possibile conflittualità all’interno del nucleo familiare. Dal punto di vista terapeutico lo stato ansioso si risolve a volte con alcune sedute psicoterapeutiche che hanno lo scopo di sdrammatizzare il vissuto ansioso del soggetto e rassicurarlo rinforzando l’autostima di sé. In certi casi può essere necessario ed utile associare una blanda terapia ansiolitica.
Come associazione per la Terza Età intendiamo affrontare il problema fornendo all’anziano le informazioni, le rassicurazioni e gli aiuti di cui egli necessita per poter gestire la propria vita da pensionato in maniera serena e tranquilla, senza paure eccessive. Inoltre occorrerà promuovere attività che mettano gli anziani in condizione di esprimere le proprie potenzialità e di incrementare la stima e la fiducia in se stessi.

Nei prossimi mesi è previsto un ciclo di conferenze dal titolo “Diventare anziani in emigrazione”, quali i temi in discussione?

Accanto ai problemi e alle questioni finanziarie, si parlerà delle nuove sfide che dovranno affrontare i neo-pensionati, di che cosa vuol dire “invecchiare” dal punto di vista medico e delle offerte locali nel campo della salute e della prevenzione. Non mancheranno ovviamente temi, quali i servizi di assistenza all’anziano in Svizzera, le offerte del tempo libero e le forme abitative per la Terza Età. I partecipanti infine avranno modo di informarsi sulla norme che regolano la successione e su come si redige correttamente un testamento e dove lo si deposita.
Il ciclo di conferenze avrà inizio giovedì 21 marzo 2002 alle ore 20.00 presso la sala teatro della Missione Cattolica Italiana di Basilea.

Quali obiettivi si prefigge la Pro Migrante a medio e lungo termine?

A medio e lungo termine aspiriamo a diventare un partner competente nel coordinamento delle attività per la Terza Età in emigrazione, accelerando l’apertura interculturale delle istituzioni svizzere verso gli immigrati anziani nella loro valenza specifica. Non è invece nostro scopo sostituire patronati ed altri organismi che continueranno a svolgere anche nei prossimi anni un ruolo molto importante: dovranno anzi far fronte ad un carico ancora maggiore di impegni.