Situazione di partenza
del lavoro di
Pro Migrante
Il lavoro della
Pro Migrante si basa su diversi studi e statistiche che mostrano quanto
segue:
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Nei prossimi
anni i primi emigrati degli anni '50 e '60 raggiungeranno l'età
pensionabile e beneficeranno della pensione di vecchiaia. Si tratta per
lo più di emigrati originari dall'Italia e dalla Spagna, il cui rientro
in patria non ha avuto luogo come inizialmente previsto. Infatti, da
un’analisi condotta dall'Università di Ginevra (R. Fibbi, C. Bolzmann e
M. Vial: "Comment vivent les migrant àges en Suisse?", 1998) risulta che
un terzo degli immigrati ritorna in patria, un terzo fa il pendolare ed
un terzo rimane in Svizzera.
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L'assenza di
qualifica professionale ha costretto molti immigrati della prima
generazione a svolgere lavori fisici faticosi e logoranti, propri dei
ceti inferiori. Oggi, un gran numero di anziani emigrati deve fare i
conti con particolari problemi sanitari, sociali, finanziari e psichici.
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Nonostante una
stretta coesione della famiglia, esiste il pericolo dell'isolamento, il
che va attribuito ad una insufficiente integrazione nella società del
paese d'immigrazione.
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I servizi oggi
messi a disposizione delle persone della terza età non sono sfruttati a
sufficienza dagli anziani emigrati, o perché da questi non conosciuti, o
perché difficilmente accessibili (per motivi linguistici o per paura
dell'emigrato di rapportarsi a livello ufficiale con l'ente svizzero) o
perché non adeguati ai loro specifici problemi ed esigenze.
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