Movente
La divulgazione d'una scoperta scientifica come aspetto della cultura generale non dipende tanto dalla forza probatoria quanto dalla predisposizione pubblica ad accettarla. Questa constatazione non è solo dimostrata dalle condizioni medievali ma vale anche per la situazione odierna. Opinioni generali non si riferiscono alle conoscenze logiche ma invece sull'accettazione comune. Per questa ragione il mistico sopraffà le scienze esatte e naturali.
Le scienze spirituali danno prova dell'accettazione d'un mondo virtuale preferito al posto della realtà. La differenza fra scienza e pseudoscienza non si manifesta sempre in maniera così univoca come fra l'astronomia e l'astrologia. Nei concetti teorici come per esempio la psicologia, sociologia, politologia e pedagogia, l'immaginato in contrasto al reale non emerge così chiaramente.
Il poter credere favorisce la logorrea edificante al posto del sapere consolidato d'un discorso logico razionale. L'istruzione però viene riconosciuta quando è incorniciata dalle istituzioni dell'insegnamento. Basta inserire qualche complicazione dettagliata in un concetto fantasticato per farlo accettare come scientifico. Così si conservano meglio le stupidaggini insegnate rispetto al sapere sperimentato tramite studio pratico. Proprio questo è anche il dilemma delle scienze sociali, le quali confermano in un continuo circolo vizioso i vecchi sbagli di veduta dei problemi della convivenza umana.
Certo che con una frantumazione in tante asserzioni dettagliate un errore può essere sofisticato e sottomesso agli schemi d'esercizio, anche ritualizzato e diventare così più credibile, ma con ciò non diventa per niente corretto e giusto. La credibilità non è legata alla realtà, ma è invece un effetto della ritualizzazione del procedere con asserzioni gratuite. Questa è una delle trappole nelle quali anche scienziati riconosciuti rischiano di cascare, diventando contemporaneamente rei e vittime delle tendenze pubbliche.
A maggior ragione occorre dunque l'apertura di un'altra prospettiva.